La metamorfosi non va intesa soltanto come passaggio di stato, trasformazione, ma anche come manifestazione di una natura riposta. Il cacciatore mutato in cervo assiste impotente all’emersione della propria parte inumana, dell’animale che è sempre stato e ha dimenticato di essere. Allo stesso modo, la ninfa che diventa lauro e il giovane che rinasce fiore tornano a una dimensione originaria di unità del vivente, a quella che Merleau-Ponty definiva comunione indivisa. Trasformandosi in lauro per sfuggire ad Apollo, la Dafne di Ovidio incontra il destino scritto nel nome che porta. Nome di pianta: daphne significa alloro, lauro. C’è dunque coerenza – metodo – nella metamorfosi. Di quella comunione, di quell’indistinto, le piante sono parte essenziale. Gli erbari sono anche repertori mitologici. Non a caso, la poesia vi attinge da sempre. Ma selve e giardini sono molto più di mere scenografie, tra paesaggi sublimi e luoghi ameni. Sono il mondo, se si considera che l’80 % della biomassa è fatto di piante.
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Parco Archeologico di Ercolano
Corso Resina 187, Ercolano
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