Sepolto dall’eruzione del 79 d.C., fu il primo monumento ad essere scoperto nei siti vesuviani colpiti dal cataclisma. Fin dalla sua scoperta, suscitò grande interesse, nel corso del Settecento e dell’Ottocento, da parte dei colti viaggiatori che giungevano a Napoli da ogni parte d’Europa e diventò una tappa del Grand Tour.
Il monumento è ancora oggi accessibile attraverso le scale realizzate in età borbonica, scendendo a più di 20 metri sotto il materiale eruttivo.
Il percorso è concepito come una vera e propria esplorazione in un luogo unico e suggestivo, in cui sono presenti, oltre ai resti dell’antico edificio, reperti, graffiti lasciati nei secoli dai visitatori, che alla luce delle fiaccole attraversarono nel XVIII e XIX secolo le gallerie e i pozzi creati per penetrare nelle viscere dell’antica Ercolano, dove restano persino piccole stalattiti.
Di particolare interesse:
il reticolo di pozzi borbonici che rendono visitabile il monumento nelle sue parti essenziali (cavea, scale per l’accesso degli spettatori, orchestra, parodoi coperte dal tribunal, fronte scena);
la grandiosa galleria che consente di visitare il fronte scena alta circa 6 metri e lunga 23 m. Sulle due estremità, in corrispondenza dei tribunalia – una sorta di palco riservato ai magistrati di rango più elevato- in eccezionale stato di conservazione si trovano le due epigrafi dedicate a Marco Nonio Balbo e di Appio Claudio Pulcro, due importanti personaggi del I secolo a.C. rispettivamente il primo tribuno della plebe a Roma (32 a.C.) e governatore di Creta e Cirene, il secondo console di Roma nel 38 a.C.;
gli affreschi, che si possono ammirare lungo i cunicoli;
graffiti che ricordano il Grand Tour con firme che ripercorrono la storia moderna del sito;
le giovani stalattiti formate dalle acque calcaree percolanti della falda, nel corso dei 300 anni a partire dalla scoperta;
infine, in uno dei più antichi cunicoli, nel cunicolo di accesso al primo pozzo realizzato dal contadino Ambrogio Nocerino, detto “Enzechetta”, nel 1710, l’impronta della testa-ritratto del proconsole romano Marco Nonio Balbo, onorato benefattore della città di Ercolano, che si staccò dal resto del torso per la violenza dell’eruzione. L’impronta è rimasta impressa nello strato di ceneri, lapilli e fango, che, solidificandosi, ha prodotto uno strato di tufo vulcanico. Il busto con la testa ritratto di M. Nonio Balbo è esposto al Museo Nazionale di Napoli, come buona parte delle sculture in bronzo e marmo rinvenute durante gli scavi borbonici.
Mappa
Teatro Antico di Ercolano
Corso Resina 187, Ercolano
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SAB
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SAB
dalle 09:00
alle 16:00
Prezzo:
Biglietto
€5.00
Biglietto ridotto (18-25 anni)
€2.00
Biglietto integrato (Scavi e Teatro)
€15.00
Informazioni aggiuntive
Prenotazioni:
Acquistabili in biglietteria oppure online al sito www.ticketone.itTi è piaciuto? Lascia una recensione!
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