Il 21 ottobre ritornano gli appuntamenti con Gli Ozi di Ercole

Protagonisti Francesco Sirano ed Alessandro Vanoli con il racconto degli oggetti.

Bighellonando per i mercati spontanei di Napoli o di Mosca, Walter Benjamin subì il fascino dell’atmosfera di festa pagana che vi regnava. Quelle esposte non erano semplicemente merci ma molto di più, vere e proprie allegorie. Ogni cosa, in fondo, rinviava a qualcos’altro: aliquid stat pro aliquo. A valori eccedenti l’economia – o meglio una visione dell’economia incentrata sul solo movente dell’utile – per sconfinare in altre sfere. Quella affettiva, per esempio, che fa delle cose un ricettacolo, e un’espressione, un racconto, della vita. Altrimenti non si spiegherebbe perché conserviamo cose che al resto del mondo appariranno insignificanti. Per noi, quelle cose sono – non si limitano a documentare – la nostra storia, la sua sintesi più compiuta ed eloquente. Senza di esse non c’è storia. Quel «poema senza fine», «quell’oceano di mobili, di invenzioni, di mode, di opere, di rovine», che è la storia. Sono parole di Balzac, riferite non a caso al magazzino di un antiquario, alla fantasmagoria delle cose che vi sono accumulate, al loro potere di fascinazione.